Amianto compatto e friabile, come si effettua la bonifica?
L’amianto, noto anche come asbesto, è un materiale che alcuni decenni addietro è stato largamente impiegato in edilizia, e solo in seguito si è scoperto essere fortemente cancerogeno.
Oggi è fatto divieto assoluto di eseguire delle realizzazioni in amianto, purtroppo però gli elementi in amianto sono ancora presenti in tantissimi contesti e devono essere smaltiti seguendo specifiche procedure rivolgendosi a delle imprese specializzate.
A cosa è dovuta la pericolosità dell’amianto?
É stata dimostrata in modo certo la correlazione tra l’esposizione all’amianto e l’insorgere di patologie tumorali di vario tipo, e purtroppo questo materiale è già costato la vita a tantissime persone.
La pericolosità dell’amianto è legata al fatto che tale materiale tende a sgretolarsi, e le sue piccole particelle si disperdono molto facilmente nell’aria.
Tali particelle possono essere facilmente inalate, e questo può appunto provocare dei danni irreparabili alla salute; alla luce di questo dunque la presenza di questo materiale in un determinato luogo mette a rischio l’incolumità di tutte le persone che si trovano nei suoi dintorni senza escludere quelle che si trovano a chilometri di distanza, dato che le particelle possono essere trasportate dal vento.
La differenza tra amianto compatto e amianto friabile
Prima di specificare quali sono le differenti modalità con cui è possibile procedere alla bonifica dell’amianto è importante effettuare una distinzione tra l’amianto compatto e quello friabile.
L’amianto friabile è senza dubbio quello più pericoloso, in quanto tende a sgretolarsi con facilità anche laddove venga semplicemente toccato con le mani oppure per via dell’azione usurante degli agenti climatici.
L’amianto compatto è meno temibile in quanto può essere sgretolato solo laddove sottoposto a specifiche lavorazioni, ma dal punto di vista potenziale il livello di pericolosità è il medesimo, dunque sarebbe un errore imperdonabile quello di trascurarlo.
Tecniche di bonifica: rimozione, incapsulamento e confinamento dell’amianto
La bonifica dell’amianto può essere eseguita in differenti modalità, e la scelta della procedura più adatta deve tenere necessariamente in considerazione la condizione del materiale.
Per l’amianto compatto, ad esempio, può essere sufficiente eseguire la sua rimozione, la quale deve essere comunque effettuata da personale specializzato e adeguatamente protetto.
Per l’amianto friabile invece è necessario muoversi in altro modo, ad esempio eseguendo delle azioni di incapsulamento e di confinamento.
L’incapsulamento dell’amianto prevede sostanzialmente che l’amianto venga trattato con sostanze specifiche in grado di avvolgerlo in una sorta di capsula, affinché non si disperdano in aria le sue pericolosissime particelle.
Un’altra soluzione piuttosto diffusa per quel che riguarda la bonifica dell’amianto è inoltre il confinamento, il quale prevede la realizzazione di una barriera a tenuta in grado di evitare che i residui di tale materiale possano propagarsi.
Nella grande maggioranza dei casi il confinamento viene realizzato come azione preliminare alla quale seguono azioni più specifiche.
Le procedure di smaltimento dell’amianto
A prescindere da quale sia la procedura scelta per il singolo caso, è fondamentale sottolineare che il materiale trattato deve essere smaltito seguendo delle rigide procedure disciplinate da specifiche leggi: smaltire dell’amianto in modo improprio, o ancor peggio gettandolo tra la natura, è un reato gravissimo, oltre che un gesto di assoluta irresponsabilità.
Laddove si avesse la necessità di smaltire dell’amianto, dunque, l’unica e sola alternativa perseguibile è quella di rivolgersi a un’impresa specializzata, come ad esempio MBA Ambiente, la quale possa valutare le modalità di intervento più adatte al singolo caso e garantire delle operazioni assolutamente sicure e rispettose delle vigenti normative.