Casco modulare o integrale: quale è il più comodo?

    Casco modulare o integrale: quale è il più comodo?

    Sceglier tra un “casco modulare e integrale” può rivelarsi una dibattuta decisione da prendere su cui tra l’altro vanno a contestare i neo centauri. Ma pure quelli maggiormente esperti del settore che son sempre rimasti legati a una determinata specie.

    Infatti oltre alla lista dei pro e contro di entrambi i tipi, ci son pure i principi elaborati in tanti anni di pratica e competenza.

    Caratteristiche principali dei caschi modulare e integrale

    Il peso da dover portare sul collo ha sempre rappresentato il problema primario per quanto concerne la tipologia di casco “modulare” in quanto ha una composizione piuttosto complicata.

    Avendo appunto come conseguenza alquanto spiacevole il peso che risulta molto più considerevole rispetto a quello dei “caschi” integrali.
    Ovviamente ci son anche delle esclusioni che quindi consentono di trovar magari una tipologia leggermente meno pesante, agevolandone dunque l’utilizzo e i disagi che comporta.

    E’ importante pure considerare quando si hanno in programma dei tragitti lunghi che andrebbero a creare uno schiacciamento dell’aria in concomitanza della rapidità del mezzo e che provocherebbe conseguentemente ancor più pesantezza sul collo.
    Inoltre è rilevante tener presente che non è soltanto il genere a far la differenza tra le due tipologie, ma hanno un ruolo fondamentale pure i composti e la fabbricazione, nonché il livello qualitativo che logicamente più aumenta più andrà a corrispondere a un costo superiore.

    A livello di comodità i lati positivi e quelli negativi inerenti entrambi i tipi si può asserire che procedono contestualmente tra di loro.
    Il beneficio dell’esemplare “integrale” è indubbiamente il suo suono felpato durante la corsa.

    Difatti la copertura sezionata di un convertibile fa in modo che l’urto con l’aria vada a causare dei ronzii smussati.
    Però si deve sottolineare che ciò dipende pure dal tipo di “moto” che si andrà a adoperare e dal genere specifico di utilizzo che si ha della propria “moto”.

    Poi si possono denotare delle difformità anche in base alla zona che si andrà a percorrere.Ad esempio se si percorreranno delle aree cittadine la rumorosità non sarà diversa per tutte e due i modelli.

    Invece se si andrà a usare tipo in “autostrada”, allora in quella circostanza il pericolo di suoni consistenti e seccanti sarà certamente molto più intenso.
    Il pregio riguardante il casco modulare è l’opportunità di poter lasciare aperta la cosiddetta “mentoniera” quando la temperatura risulta esser piuttosto calda, oppure si può mantener alzata [Fonte: latuamoto.com].

    Così facendo sarà sicuramente più allettante come tipologia da utilizzare poiché consentirebbe di non doversi togliere il “casco” ogni volta che si ha la necessità di fare il pieno o di chiacchierare con la persona che viaggia insieme al conducente.
    Ne consegue che si tratta di un requisito da non sottovalutare assolutamente, anzi corrisponde a un fattore estremamente interessante e vantaggioso.
    L’ “omologazione” costituisce una peculiarità decisamente rilevante da rammentare principalmente se si desidera propendere la propria scelta nei confronti del “casco” modulare.

    Le omologazioni del modulare vs integrale

    Aver la possibilità di poter usufruire di due “omologazioni” permette di poter girare senza problemi con la “mentoniera” aperta evitando di ricevere contravvenzioni.
    Avendo comunque l’opportunità di sentirsi totalmente sicuri di effettuare questi movimenti senza rischi.
    Nel campo della sicurezza senza dubbi il tipo notevolmente sicuro da usare è quello integrale.
    Infatti ci sono dei fabbricanti di “caschi” che hanno preferito non creare proprio la specie “modulare” appunto per queste motivazioni concernenti il grado di sicurezza che scarseggia.
    Oltre ciò non fanno neanche la visiera che ripara dai raggi “solari” e che scende dal settore interno della “calotta”, perché va a compromettere la resistenza del “casco” proprio nella zona in cui si rischia di urtare in situazioni pericolose come un “incidente”.

    Pertanto alcune aziende produttrici stabiliranno di mettere in commercio anche un casco di tipo “modulare” soltanto quando potranno offrirne un genere che possa garantire a pieno la medesima solidità che possiede il prototipo “integrale”.
    Detto ciò occorre nutrire fiducia pure delle “omologazioni” e delle verifiche che sono programmate per attestare la sua garanzia e attendibilità.

    Presumibilmente ciò che differenzia un archetipo dall’altro può esser basato sul fatto che il genere “modulare” è “liscio” in forma minore e nel caso in cui dovesse accadere un ruzzolone potrebbe piantarsi sulla strada, piuttosto che farci sdrucciolare.

    Tiriamo le somme

    Dopo avervi catalogato sia le varie utilità sia i lati a sfavore di entrambi i tipi, resta l’obiettività personale.
    Effettivamente ognuno potrà farsi l’idea che meglio crede per poi poter optare verso una preferenza o un’altra e come è stato detto poc’anzi personalizzata.

    Ci sarà chi gradirà maggiormente l’agio di poter aprire il “casco” evitando di doverselo togliere ad ogni occasione.
    Poi ci saranno finanche coloro che andranno a privilegiare il risparmio su ciascun “grammo” per tentare di non far stancare eccessivamente il proprio “collo” durante gli svariati viaggi che organizzerà.

    Esiste anche una terza categoria di caschi: i caschi jet, comunemente utilizzati a bordo della propria vespa. Completamente diversi dai caschi modulari e integrali, ma questo sarà oggetto di un futuro articolo!

    Perciò si può asserire sicuramente che, dopo aver ottenuto tutte le informazioni necessarie per poter decidere nel migliore dei modi, non dovrete far altro che seguire le vostre esigenze e preferenze in merito al tipo da comperare e da adoperare per i propri spostamenti in “moto”.