Cosa si intende per ablazione del tartaro

    Cosa si intende per ablazione del tartaro

    L’ablazione del tartaro è tecnicamente quella che viene definita detartrasi, una pratica che permette di mantenere una corretta igiene orale e rimuovere la placca batterica e il tartaro dai denti.

    Tale pratica viene effettuata periodicamente in aggiunta alla detersione e alla pulizia quotidiana. Infatti, lo spazzolamento che si esegue ogni giorno non basta a pulire del tutto la superficie del dente e le gengive e questo può determinare delle infiammazioni. Per questo motivo, su consiglio del dentista, viene richiesta una pulizia professionale che è più accurata.

    Cos’è il tartaro e perché si forma

    Quando la placca che si accumula tra i denti e le gengive non viene rimossa completamente e con attenzione, si determina la trasformazione in tartaro. All’apparenza questo appare come una crosta dura e gialla poiché la placca si trasforma con i minerali della saliva e diventa quindi visibile.

    Il tartaro è pericoloso, oltre che esteticamente poco gradevole. Può determinare l’insorgenza di carie dentali, quando invece si accumula nei pressi delle gengive può portare al recesso gengivale e quindi ad un’infiammazione anche cronica conosciuta come parodontite, che porta alla caduta dei denti.

    Come si effettua una ablazione del tartaro

    L’ablazione del tartaro è quella che viene comunemente chiamata “pulizia dei denti”, tuttavia per ogni paziente ci sono tempistiche differenti e modalità variabili. Durante i controlli periodici sarà il medico a stabilire se è necessario praticare una seduta di igiene orale professionale. Il trattamento non è doloroso e viene effettuato mediante una serie di strumenti che i dentisti scelgono tenendo conto delle singole esigenze. Tra questi vi sono il Curette, che è uno strumento a forma di falce, lo Scaler, che è appuntito e serve solo per rimuovere il tartaro sulle gengive, ablatore ad ultrasuoni, che permettono in modo preciso di rimuovere il tartaro con grande attenzione e senza compromettere la salute gengivale.

    Sulle tempistiche tutto dipende dalle caratteristiche dentali e gengivali del soggetto, in particolare i fattori che possono incidere sono disposizione dei denti (se vi sono denti malposti, zone complesse per posizione è più difficile), tipologia di igiene personale (i denti devono essere lavati tre volte al giorno dopo i pasti, con uno spazzolamento di almeno due minuti), stato di salute delle gengive (ci sono soggetti che soffrono di irritazione gengivale e sanguinamento), predisposizione (ci sono pazienti che hanno la tendenza a sviluppare il tartaro rispetto ad altri).

    Fattori che intervengono nella formazione sono età, stress, patologie, terapie, farmaci. Il trattamento ha una durata variabile, non è doloroso ma può risultare fastidioso, soprattutto se non viene eseguita periodicamente e se c’è del tartaro accumulato da tempo.

    Dopo il trattamento bisognerà evitare alcuni cibi e bevande. È possibile avvertire un senso di fastidio e una maggiore sensibilità al freddo e al caldo, questo è normale e temporaneo perché il tartaro funge da copertura del dente e isola lo stesso dalle temperature. La rimozione del tartaro porta ad una sensibilità dentaria temporanea.