Food Photography: intervista a Giorgia Calvi

    Food Photography: intervista a Giorgia Calvi

    La mania della Food Photography è un fenomeno recente. Lo possiamo notare facilmente dando un’occhiata ai nostri social: tantissime persone desiderano condividere le proprie esperienze di degustazione al ristorante, a casa, al fast food, in pasticceria, in albergo, ovunque.

    Fino a una decina di anni fa fotografare cibo era una professione di nicchia, un piccolo mondo di fotografi molto selezionati che cercavano collaborare con ristoranti esclusivi o con aziende produttrici di alimenti che desideravano valorizzare la cura del dettaglio e l’attenzione alla presentazione del cibo per favorire l’acquisto.

    L’attenzione all’aspetto visivo del cibo è cresciuta anche grazie a numerosi cooking show come Masterchef, 4 ristoranti, Hell’s Kitchen, Bake Off Italia. Questi programmi televisivi hanno modificato la percezione degli spettatori, spingendoli a valutare la presentazione dei piatti e trasmettendo l’idea che un cibo, oltre ad essere buono, deve essere bello da vedere. Il cibo deve comunicare una vera e propria armonia dei sensi.

    Questo ha portato molti clienti a condividere le esperienze culinarie sui social per trasmettere il loro gusto, la loro ricercatezza e, a volte, l’accesso ai locali (ed ai cibi) più pregiati o esclusivi. In breve, hanno fatto propria l’idea che ognuno è quello che mangia.

    Un mercato in espansione

    Se i clienti diventano più curiosi ed attenti anche i ristoratori devono stare al passo dei tempi. È diventato evidente che la competizione nel settore della ristorazione sia cresciuta considerevolmente. È possibile accedere ad un volume di informazioni senza precedenti, visitando il sito web del ristorante, leggendo le recensioni sui portali specializzati o su Google, guardando foto o video su svariati social. Ogni dettaglio viene posto sotto i riflettori e raccontato dagli utenti su internet. Ogni locale viene confrontato continuamente con gli altri.

    In un tale contesto diventa quindi necessario dare valore al proprio lavoro, non solo cucinando e servendo i clienti ai tavoli, ma anche nella fase di promozione. Se i clienti possono trovare con facilità contenuti ed informazioni diventa cruciale monitorare la situazione, rispondere ai commenti, e investire costantemente sul modo in cui il ristorante comunica i propri punti di forza.

    Così ha preso sempre più piede la Food Photography e la cura dell’immagine dei propri piatti, che viene impiegata nei menù online, nelle app dedicate alla consegna a domicilio, nei profili social, e sul sito web.

    Il punto di vista di una professionista della fotografia Food

    Al fine di comprendere meglio come un fotografo specializzato possa essere d’aiuto ad un ristoratore abbiamo raccolto la testimonianza di Giorgia Calvi, fotografa food di Genova con esperienza pluriennale nel settore (https://www.giorgiacalvi.it/fotografia/).

     

    Giorgia, perché affidarsi ad un professionista per la Food Photography?

    “Un fotografo food deve possedere diverse competenze, non solo legate alla fotografia. Deve essere in grado di comprendere la cucina proposta dal locale, capire a quale clientela si rivolge, e trovare il modo più efficace per valorizzare il prodotto. La differenza tra uno scatto amatoriale di un cliente (magari fatto con una smartphone) e il lavoro di un professionista è morto marcata. Un professionista pensa e progetta lo scatto, si occupa di trovare le luci giuste, consiglia una specifica presentazione, trova il corretto equilibrio tra gli elementi per creare una composizione gradevole. Lo scopo è valorizzare ogni ingrediente e riuscire a trasmette un’emozione attraverso lo scatto, spingendo il cliente a provare una nuova esperienza culinaria.

    L’utilizzo corretto degli scatti nella fase di promozione può avere un effetto consistente nell’aumentare il fatturato e nel costruire una migliore reputazione del locale.

    Come deve essere una buona fotografia?

    A differenza di altri professionisti del settore sono molto attenta alla creazione di un’immagine autentica. Alcuni colleghi preferiscono utilizzare coloranti o effetti chimici per ricreare artificialmente elementi del piatto. Io credo invece che il compito di un professionista sia quello di valorizzare un’immagine che parte dalla realtà per rendere l’esperienza soddisfacente. Un esempio pratico? Vi è mai capitato di notare la differenza tra le immagini riprodotte sui menu dei fast food con l’hamburger che vi viene effettivamente servito? Quando il cliente ordina pensa che riceverà il panino appetitoso e gigantesco che vede nelle foto, ma poi resta deluso quando le sue aspettative non vengono soddisfatte dal prodotto reale.

    Bisogna invece fare in modo che il cibo che viene servito sia valorizzato con una foto autentica, in modo tale che il cliente ottenga ciò per cui ha pagato.

    Come nasce una foto?

    Il processo creativo è più complesso di quanto possa sembrare. Non si tratta solo di scattare una foto, ma di preparare un set o uno sfondo per l’immagine, scegliere il giusto piatto, provare diverse composizioni o impiattamenti, trovare la giusta luce per ottenere il miglior risultato possibile.

    Spesso è una corsa contro il tempo poiché il cibo, con il passare dei minuti assume un aspetto diverso, i colori degli ingredienti variano con la temperatura. Bisogna avere un progetto dello scatto nella propria testa e metterlo in atto in tempi brevi.

    Qual è il tuo miglior consiglio per un ristoratore che non ha mai provato ad acquistare un servizio fotografico professionale?

    Come ben sanno i ristoratori esperti il cibo non è più solo un modo di sfamarsi, ma anche un’emozione da trasmettere ai clienti. Affidarsi ad un professionista della fotografia food diventa un modo di esprimere la propria passione in cucina, la cura per il dettaglio e la voglia di soddisfare il cliente più esigente. Una fotografia professionale efficace può trasmette le idee, i pensieri e le sensazioni che i ristoranti vogliono comunicare con il loro lavoro.