Memorizzazione per gli esami universitari: questa sconosciuta
Visto che le lezioni universitarie sono riprese da poco, oggi vogliamo parlare di un argomento che sta molto a cuore agli studenti universitari italiani, ovvero ricordare ciò che si studia all’esame.
Molti studenti purtroppo utilizzano un metodo obsoleto che, seppur permette di ricordare gli argomenti studiati, è estremamente lento. Sto parlando del “Leggi e Ripeti”.
In pratica gli studenti universitari memorizzano leggendo e ripetendo un numero infinitesimale di volte le informazioni da memorizzare. Poco importa se leggono le sottolineature del libro o un riassunto scritto di loro pugno, la storia non cambia. Lo studente medio pensa che basta ripetere qualcosa più e più volte per ricordarla.
Purtroppo però non funziona proprio così il nostro cervello. Per questo motivo uno studente universitario dovrebbe applicare delle tecniche di memorizzazione per studiare e sfruttare così a pieno la memoria a lungo termine per fissare le informazioni e ricordarle il giorno dell’esame, orale o scritto che sia.
Inoltre ricordare sommariamente i libri porta ad aumentare molto i livelli di ansia e stress portando gli studenti ad avere blocchi durante gli esami… Non una bellissima situazione!
Le variabili della memorizzazione di un libro
Partiamo col dire che il cervello sfrutta più variabili per memorizzare un’informazione:
- La frequenza: ovvero la ripetizione, quello che più o meno fanno tutti gli studenti;
- La creatività e le immagini: la maggior parte delle tecniche di memorizzazione universitarie ricorrono all’uso di immagini. Ad esempio la tecnica dei loci o il metodo PAV sfruttano a pieno questa parte creativa del cervello;
- Il coinvolgimento e le emozioni: ti è mai capitato di appassionarti così tanto a qualcosa che ti ritrovi immerso a leggere forum e siti web e a studiare tutto quello che c’è da sapere in materia per il tuo prossimo acquisto? Ecco facendo così ci appassioniamo e facciamo entrare in gioco delle emozioni, cosa che non accade quando studiamo.
L’unione di questi 3 elementi è un mix potentissimo che potenzia altamente la nostra memoria. Riuscirai a ricordare molte più informazioni in meno tempo rispetto al classico leggi e ripeti.
Certo c’è bisogno di tanta pratica, soprattutto per utilizzare alcune tecniche di memorizzazione più complesse, ma sappi che il risultato ne vale davvero lo sforzo.
Mnemotecniche: da dove vengono?
Seppur non se ne sente parlare spesso, le mnemotecniche, altro termine per indicare le tecniche di memoria, provengono dal passato. I più illustri studiosi e filosofi del mondo greco e romano sfruttavano le varie tecniche.
La più famosa è forse la tecnica dei loci utilizzata da Cicerone per memorizzare i passaggi dei suoi discorsi da tenere in Senato.
In sostanza Cicerone tramutava un concetto da imparare in un’immagine. Poi ancorava quell’immagine a un luogo di un percorso (ad esempio quello fra la sua abitazione e il Senato stesso), così da avere una mappa sempre uguale indipendentemente da ciò che doveva memorizzare.
Infine le immagini dovevano essere animate, in movimento, tanto da sembrare reali e suscitare così emozioni nel momento della loro rievocazione.
Ripetendo più volte quel percorso, rievocando le varie immagini e i significati a loro attribuite, Cicerone fissava in mente i passaggi principali del suo discorso.
Se ci pensi è una tecnica di memorizzazione potentissima che, in effetti, può essere fondamentale per il tuo studio. Ma attenzione: se il tuo metodo di studio non è poi così “sofisticato” allora non basta la parte di memorizzazione. Dovrai concentrarti anche sulla gestione del tempo, sul come prendere gli appunti, su come selezionare i materiali da studiare, su come schematizzare e così via.
Ricorda, come dicono i ragazzi di Studente Top, memorizzare è solo una delle parti del metodo di studio. Seppur importante essa deve essere assolutamente coadiuvata anche da un metodo ben collaudato e completo.
E tu come ti prepari per i tuoi esami universitari? Che metodo di memorizzazione usi?