Pensione anticipata per artrite reumatoide: è possibile?

    Pensione anticipata per artrite reumatoide: è possibile?

    La pensione anticipata

    La pensione è quel determinato momento nella vita lavorativa in cui, raggiunti i limiti di età previsti per legge o acquisito il numero minimo come anni di servizio è possibile ritirarsi e godersi il meritato riposo. In Italia, soprattutto a causa della riforma Fornero che ha innalzato l’età minima pensionabile ad un livello molto alto, le polemiche sull’argomento sono molteplici soprattutto perchè molte persone si ritrovano, ad un’età abbastanza importante, a svolgere lavori faticosi ed usuranti con condizione di salute abbastanza precaria. Proprio a proposito di salute, vi sono delle particolari categorie di persone che, poichè affette da particolari patologie che non consentono la serena prosecuzione dell’attività lavorativa, possono inoltrare la richiesta di pensione anticipata. In molti casi, anticipare il momento del pensionamento costituisce una forma di sopravvivenza in quanto, per mancanza di forze o per l’incedere inesorabile di malattie, anche molto gravi, il lavoratore non riesce più a svolgere i propri compiti con la consueta diligenza e, anzi, a causa di un maggiore accanimento ed impegno, rischia proprio di compromettere una condizione già di per sè delicata.
    In tali circostanze, anche dietro consiglio del proprio medico curante, è possibile richiedere la pensione anticipata al fine di giungere al periodo di riposo prima del tempo definito dalla norma, sia per avere la possibilità di curarsi adeguatamente sia per il diritto, proprio di tutti i lavoratori, di beneficiare di trattamenti di favore in caso di difficoltà oggettive di deficit fisico, o anche psichico.

    L’artrite reumatoide

    L’artrite reumatoide costituisce una patologia che, progressivamente, rende i movimenti più complessi e dolorosi. Anche semplici gesti come la stretta di mano, la scrittura al computer o il camminare, costituiscono delle difficoltà insormontabili. Tra gli effetti collaterali della malattia vi è anche una deformazione degli arti che, uscendo dall’asse naturale, assumono sembianze diverse, gonfiore e tensione che ne impedisce un uso normale. Le dita della mano, ad esempio, si aprono a 360 gradi e non consentono una stretta salda e sicura. In aggiunta a tali disagi vi è anche il fatto che il paziente affetto da artrite reumatoide, sin dagli albori della patologia, soffre di dolori lancinanti, distribuiti lungo tutto il corpo e, onde affrontare gli impegni di ogni giorno, è costretto ad assumere una massiccia dose di antidolorifici che, a loro volta, comportano come conseguenza perdita di attenzione, stanchezza e sonnolenza. L’artrite reumatoide rappresenta dunque una malattia che non si dimostra compatibile con lo svolgimento di quasi nessuna attività lavorativa nè manuale nè intellettuale. Con riferimento specifico ai lavori manuali, l’ammalato non ha più la forza fisica di un tempo, non riesce ad afferrare gli oggetti, a sollevare pesi e a muoversi agevolmente. Con riferimento invece ai lavori intellettuali, l’ammalato perde la concentrazione, è distratto, non riesce a fissare i concetti e cade in episodi di nervosismo. L’opzione pensione anticipata costituisce dunque la modalità più idonea per sfuggire ad una condizione frustrante in cui ci si accorge di non essere più in grado di fare i gesti quotidiani con una certa naturalezza, anche su consiglio del proprio medico curante.

    Come fare la richiesta di pensione anticipata

    Prima di inviare la richiesta di pensione occorre una certificazione medica dell’esistenza della malattia che avviene mediante visita approfondita, sia da parte del medico curante che da parte del medico del lavoro, o di eventuali medici specialisti della materia, che deve esprimere il suo parere circa le attuali condizioni del lavoratore e il contrasto con la prosecuzione dell’attività lavorativa. Si tratta, in sostanza, dell’indicazione di un parere medico che evidenzia le difficoltà affrontate dal paziente nello svolgere i propri compiti, quindi nell’impossibilità di continuare onde non aggravare la propria situazione.
    La richiesta di pensione anticipata può essere inoltrata presso l’ente di previdenza di riferimento, quindi, nello specifico, all’Inps per i lavori dipendenti e alle varie casse professionali per i liberi professionisti e imprenditori. La domanda deve essere compilata sugli appositi moduli, scaricabili online, indicando i dati anagrafici, il lavoro svolto, gli anni di servizio e la patologia sofferta, allegando tutta la documentazione medica. Dopo poche settimane dall’invio, il lavoratore viene convocato da una commissione medica, composta collegialmente da diversi specialisti che lo visitano e forniscono il responso. Se la richiesta viene accolta, il lavoratore viene posto in pensione anticipata e riceve mensilmente l’emolumento economico che gli permette di riposare e curarsi.

    I vantaggi di andare in pensione anticipatamente

    I vantaggi di andare in pensione anticipatamente sono innegabili in quanto in questo modo il lavoratore riesce finalmente a trovare una dimensione di dignità dato che le condizioni di salute non sono tali per una serena prosecuzione. Mentre in passato, per mancanza di conoscenza circa queste malattie, il soggetto che ne era affetto non riusciva a lasciare il lavoro e a mettersi in pensione in quanto riceveva la contrarietà dei propri organi apicali, soprattutto nella fase iniziale della malattia. Oggi, invece, grazie ad una rinnovata attenzione verso queste problematiche, si riesce ad aiutare queste persone in difficoltà e a fare riconoscere i propri diritti. Gli enti previdenziali, oltre a pensare alla pensione di vecchiaia devono erogare le prestazioni economiche anche come forma di assistenza a chi non è più in grado di badare a se stesso e alla propria famiglia.

    Le cure dell’artrite reumatoide

    Attualmente non esistono delle cure che consentono di guarire totalmente dall’artrite reumatoide ma, grazie all’intervento di un’equipe italiana, si è riusciti a comprenderne lo sviluppo, onde rallentarlo e arrestarlo. Inoltre sono stati studiati degli interventi chirurgici mirati che, posti in essere sugli arti, consentono di allentarne il movimento, facilitandolo, in particolare nei gesti di forza.
    I soggetti che si trovano in cura assumono dei farmaci abbastanza forti che compromettono il livello di attenzione e concentrazione. La sensazione di fatica rappresenta un effetto collaterale che è difficile arginare, pertanto occorre abbinare alla terapia il riposo e il relax. Se la malattia viene scoperta per tempo, soprattutto in giovane età, si riesce a fermare il processo di deformazione degli arti, anche per salvare l’estetica di una persona, dettaglio estremamente rilevante. I risultati clinici sono ottimali e fanno ben sperare per il futuro, soprattutto visti i progressi medici e l’efficacia di alcuni specifici farmaci.