Piscina interrata quali sono i permessi necessari?
Se avete finalmente deciso che nel giardino della vostra casa ci sarà spazio per una magnifica piscina interrata, allora dovete conoscere anche tutti i permessi che bisogna richiedere per poterla installare senza problemi e senza sanzioni.
Al contrario della piscina fuori terra, la piscina interrata richiede infatti alcune autorizzazioni dovute al fatto che si tratta a tutti gli effetti di un lavoro edilizio che comporta la trasformazione del suolo e, di conseguenza, richiede che le autorità siano avvertite e che rilascino un nulla osta al progetto.
Spesso c’è abbastanza confusione in coloro che vogliono procedere all’edificazione di una piscina interrata, perché non si sa bene quali siano i permessi da richiedere, o perché la normativa non appare chiara. Niente paura: qui vi daremo qualche utile indicazione su quali sono i permessi da chiedere a seconda del tipo di piscina interrata che intendete costruire. La norma nazionale di riferimento è il testo unico per l’edilizia, ma bisogna tenere conto del fatto che questo testo lascia una certa discrezionalità ai singoli comuni i quali, quindi, sono liberi di scegliere con più precisione quali sono i permessi da rilasciare per la piscina. Il nostro consiglio è quello di rivolgersi sempre all’ufficio tecnico del vostro comune di appartenenza per avere qualche informazione precisa in più sulle autorizzazioni necessarie ed evitare multe e sanzioni pesanti.
I permessi della piscina interrata: il permesso a costruire
I permessi che possono essere chiesti per edificare una piscina interrata sono sostanzialmente due: il permesso a costruire e la denuncia di inizio attività o DIA. Esiste anche l’autorizzazione edilizia, ma sono sempre meno i comuni che la richiedono perché le sue casistiche di concessione sono praticamente inglobate dalla DIA.
Ma quando richiedere l’uno e quando invece richiedere l’altro? Nella maggior parte dei casi il permesso a costruire è l’autorizzazione più comune da richiedere all’ente territoriale prima di cominciare i lavori. Bisogna rivolgersi ad un tecnico specializzato del settore per progettare la piscina interrata, e quindi presentare il progetto, assieme al titolo per la costruzione (cioè il certificato di proprietà del terreno) e un’autocertificazione di rispetto delle norme igieniche e sanitarie al comune. Dopo di che, l’ente ha tempo 60 giorni (120, se è un comune con più di 100mila abitanti) per dare una risposta. Se entro queste tempistiche la piscina interrata non viene autorizzata, il permesso si intende negato. Il permesso va richiesto se la piscina interrata supera del 20% il volume dell’edificio principale e se si tratta di una nuova costruzione.
Quando basta la DIA?
In alcuni casi la richiesta del permesso a costruire non è necessaria ed è sufficiente presentare la DIA, ovvero la denuncia di inizio attività. La DIA va presentata in comune assieme al progetto della piscina interrata ed entro 30 giorni il comune può negare il permesso: se ciò non avviene, la DIA costituisce titolo per l’edificazione della piscina interrata come risulta da progetto.
La DIA si presenta se la piscina interrata non supera come volume il 20% dell’edificio principale, quindi se è pertinenziale, e se comunque non si tratta di una nuova costruzione.
L’autorizzazione paesaggistica
Alcuni Comuni prevedono nel piano regolatore che determinati terreni siano sottoposti a dei vincoli paesaggistici o storici. In questo caso, l’iter per la costruzione della piscina interrata si aggrava perché è necessario ottenere il nulla osta da parte della sovrintendenza, oltre ai permessi di cui sopra. Per evitare che il paesaggio venga sfigurato o deturpato, la soprintendenza può anche porre qualche limite estetico o dimensionale alla piscina o potrebbe direttamente vietare la sua edificazione, allo scopo di preservare il paesaggio.