Prendersi cura del feto, prima, e del neonato, dopo

    Prendersi cura del feto, prima, e del neonato, dopo

    Il travaglio è quel momento in cui la donna capisce che è giunto il momento, il bambino vuole uscire ed è pronto per nascere.

    Inizialmente, la futura neo mamma, avverte dei dolori insoliti, insistenti, poi sopraggiunge un altro episodio molto significativo, quello della rottura delle acque, per arrivare al momento più delicato, l’inizio delle contrazioni, fino alla conclusione di tutto, ossia quello della nascita del bambino. La rottura delle acque è quel momento in cui la mamma spera di essere già sul letto dell’ospedale.

    Tutte queste fasi rappresentano la conclusione della gravidanza, della durata di circa 9 mesi, ma anche un momento molto complicato per la persona che lo sta vivendo, è quindi fondamentale che i medici agiscano nel migliore dei modi, affinché la donna possa partorire senza complicazioni e il neonato possa nascere sano e senza alcun tipo di problema. Egli infatti ha bisogno di maggiori attenzioni durante il travaglio, per impedire che subentrino delle complicazioni che possano mettere a rischio anche la sua salute, oltre a quella della sua mamma.

    La cura del neonato anche prima del parto è oggi più che mai fondamentale e sopratutto è fattibile grazie ai numerosi esperti in Italia di Osteopatia su gravidanza e neonati.

    Quali precauzioni possiamo prendere per preservare la condizione fisica del neonato?

    Tra i problemi che rischiano di verificarsi durante il parto, rientra sicuramente l’asfissia neonatale per il bambino. Essa rappresenta un enorme pericolo, in quanto potrebbe causare dei danni neurologici irreversibili al neonato e, nei casi più gravi (per fortuna accade raramente), anche la morte.

    Essa è una condizione ad alto rischio, che provoca uno scarso apporto di ossigeno, in grado di compromettere gli organi del neonato.

    Talvolta potrebbero anche presentarsi altri problemi, come ad esempio casi di macrosomia fetale, ossia un peso del feto al di sopra della media che, in particolare, al termine della gravidanza arriverebbe a superare addirittura i 4/4,5 kg. L’importanza di monitorare il peso è giustificata da tutta una serie di rischi a cui potrebbero andare incontro, sia la mamma che il bambino, anche se è giusto ricordare che abbiamo a che fare con percentuali molto basse per questa malattia.

    Per quanto riguarda il neonato, uno dei maggiori pericoli potrebbe essere quello che riguarda la cosiddetta distocia di spalla, che a sua volta porterebbe anche a un rischio di asfissia e di danni cerebrali (sempre nei peggiori dei casi).

    Questa condizione solitamente comporta la scelta di soluzioni alternative rispetto a quella del parto naturale, come ad esempio il taglio cesareo programmato, oppure un’induzione del parto, che generalmente si effettua alla settimana numero 39, in modo da scongiurare il rischio che il feto possa crescere ancora, aggravando ulteriormente la situazione di salute.