Scrivere la tesi: consigli utili
Scrivere la tesi di laurea è uno scoglio che tantissimi studenti sono obbligati a superare al termine del loro percorso di studi. Si tratta di una prova importante perché è parte integrante del calcolo del voto di laurea, a cui si somma ovviamente la media degli esami sostenuti durante il periodo triennale o magistrale che sia. Molto cambia a seconda del percorso di studi intrapreso: nel caso delle materie scientifiche, ad esempio, molto spesso si procede alla stesura di una tesi sperimentale, partendo cioè da un caso studio attorno al quale si formulano poi diverse ipotesi. Diversamente, parlando di materie umanistiche, il riferimento va (nella maggioranza dei casi) alla tesi compilativa, soprattutto al termine del percorso triennale. Di fatto, attorno ad un determinato argomento, si va a raccogliere tutta la mole di materiale già prodotta. Questo accade perché difficilmente, al termine dei tre anni di studio, si hanno le competenze necessarie per iniziare da zero un percorso di ricerca su un argomento ancora non affrontato. Alla fine del percorso magistrale, invece, questo appare possibile: la differenza, banalmente, si nota anche nel numero di pagine. Se nel caso di una laurea triennale si possono contare dalle 60 alle 100 pagine, la magistrale può senza problemi superare le 200 pagine di lunghezza. Ancora più ampia e complessa è invece la tesi di dottorato, che richiede però anche una tempistica molto maggiore: è bene specificare che tutti questi accorgimenti valgono tanto per le università tradizionali come la Statale di Milano quanto per quelle telematiche come Unicusano, equiparate in quanto a valore secondo il ministero dell’Istruzione e della ricerca.
Quando si richiedono consigli su come fare una tesi di laurea, la memoria di molti non può non andare al famosissimo volume scritto da Umberto Eco (i cui 40mila volumi della sua personale libreria trovano posto in una biblioteca a lui dedicata nella sua Bologna) nel lontano 1977 e intitolato proprio “Come si fa una tesi di laurea”. Si tratta di un libro piuttosto agevole in cui l’intellettuale italiano ripercorre quelli che, a suo parere, possono essere considerati i capisaldi per la corretta scrittura di una tesi.
In prima istanza è necessario scegliere un argomento che sia interessante per colui o colei che si appresta a scrivere. Questo stimolerà anche la lettura di saggi e articoli già attinenti a questo tema senza risultare noiosi o pedanti: si tratta di un punto cruciale quest’ultimo, soprattutto per quanto riguarda le tesi compilative dal momento che la lettura diventa requisito fondamentale per la successiva stesura. Il collegamento al secondo consiglio per la scrittura di una tesi è presto fatto: oltre che interessante per chi scrive, l’argomento deve avere anche fonti accessibili. Biblioteche o archivi ben forniti del posto in cui si vive sono perfetti, ma ad oggi anche le banche dati online risultano spesso molto fornite. Occorre però fare una ricerca preliminare per capire se effettivamente l’argomento scelto è agevole anche da questo punto di vista.
In seguito, è bene non darsi un limite temporale. È chiaro che non si può impiegare due anni per la stesura di una tesi triennale, ma è altrettanto vero che autoimporsi limiti di qualche mese è controproducente. È bene iniziare la stesura della tesi una volta conclusi gli esami, così da potersi concentrare esclusivamente sui capitoli da dover produrre. Nel caso di un lavoro magistrale, solitamente sono necessari circa 6 mesi, comprendendo la fase di ricerca e quella di stesura, ma un lavoro ben riuscito può richiedere anche molto più tempo. Tutto dipende dalla complessità dell’argomento e soprattutto dalla volontà dello studente: se, infatti, le tempistiche sono obbligatoriamente ristrette, è possibile ottenere un discreto lavoro anche in una manciata di mesi, ma è chiaro che il livello di profondità non può essere lo stesso rispetto a colui o colei che ha trascorso quasi un anno nel medesimo lavoro.
Un altro aspetto importante, da compiere soprattutto in un momento preliminare, è la circoscrizione dell’argomento. Questo è cruciale soprattutto nelle materie che sono considerate di più ampio respiro, come la storia o la letteratura. Se si intraprende una tesi storica, è impossibile redigere un lavoro ben fatto prendendo in esame un intero secolo. È preferibile, invece, soffermarsi con più attenzione su una manciata di anni, piuttosto che un conflitto ben specifico o un avvenimento circoscritto. In seguito, è bene iniziare il prima possibile la lettura di testi afferenti al medesimo argomento, incluse le note che si trovano a fine pagina o in fondo ai capitoli. È importante soprattutto quest’ultimo passaggio perché può rivelarsi fondamentale per la ricerca delle proprie fonti primarie o può fornire spunti interessanti per collegamenti a cui, in prima istanza, passati sotto traccia.
Infine, un ultimo consiglio riguardo la stesura vera e propria del testo. È bene concentrarsi fin da subito sui capitoli (solitamente tre nel caso di una tesi triennale, ma il numero è estremamente variabile) e solo in seguito passare all’introduzione e all’indice conclusivo. L’introduzione va obbligatoriamente scritta alla fine perché funge come una sorta di riassunto di quanto si ritrova lungo i capitoli della tesi, risulta perciò impossibile scriverla preliminarmente. L’indice, invece, si consiglia di scriverlo alla fine perché sarà oggetto di aggiunte fino all’ultima parola scritta per la tesi e risulterebbe inutile scriverlo subito per poi riscriverlo ogni volta che si elimina o si somma un libro o un articolo.