Come scegliere l’impianto d’allarme

    Come scegliere l’impianto d’allarme

    Le statistiche degli ultimi anni evidenziano come il numero dei furti nelle abitazioni sia in continua crescita, accadendo principalmente durante tutte quelle occasioni che allontanano le persone dalle proprie abitazioni come ad esempio il Natale oppure le vacanze estive.

    Questo fenomeno genera non poco timore specialmente a coloro che risiedono presso luoghi isolati, spingendoli ad adottare delle misure di sicurezza che permettano di allontanare preoccupazioni e spiacevoli sorprese.

    A tal proposito in questo articolo tratteremo di come scegliere l’impianto d’allarme giusto valutando molteplici aspetti, affinché la casa venga protetta efficacemente in ogni momento.

    Primi passi per scegliere l’impianto d’allarme

    La risposta più corretta alla domanda “come scegliere un impianto d’allarme” è innanzitutto valutando la tipologia d’immobile coinvolto. Se stiamo valutando i costi di un cambio casa, al giorno d’oggi, è molto importante considerare l’installazione di un buon impianto d’allarme. Infatti la dimensione, la disposizione e la distanza tra gli spazi giocano un ruolo fondamentale. Il sistema di sicurezza deve essere rapportato alla metratura a disposizione, tenendo in considerazione che per gli edifici ad un solo piano è sufficiente una tecnologia meno complessa di quando sono costruiti su più livelli. Analizziamo oltretutto quali sono i punti deboli della casa, il numero di ingressi e di finestre, l’eventuale presenza di porte blindate, recinzioni e inferriate, così da riuscire ad avere un quadro più chiaro della situazione di partenza.

    La disponibilità economica è un altro fattore che non può essere trascurato dal momento che conduce inevitabilmente a compiere una determinata scelta piuttosto che un’altra. Ad ogni modo sebbene le fasce di prezzo siano piuttosto varie, è consigliabile investire qualche soldo in più, piuttosto che accontentarsi di un impianto poco efficiente solo perché costa meno, in quanto nel momento del bisogno potrebbe rivelarsi inefficace dimostrandosi un vero spreco di denaro.

    Ultimo elemento ma non per importanza è la tipologia di antifurto. Ne esistono di svariati modelli a seconda dell’utilità e dell’ambiente da proteggere, quindi c’è solo da comprendere quali sono i vantaggi e gli svantaggi di ogni soluzione.

    Fortunatamente, per tutte queste valutazioni è possibile richiedere la consulenza dei professionisti di sistemi antintrusione Global Sistemi. Con loro potrete scegliere l’impianto d’allarme più efficace. Saranno felici di offrirti una consulenza e di presentarti i migliori prodotti disponibili sul mercato.

    Tipologie di antifurto

    Antifurto wireless: senza fili, installabile ovunque e senza alcun limite per ciò che concerne ampliamenti e spostamenti, è l’opzione ideale per ambienti privi di predisposizioni al cablaggio. Persino il costo è piuttosto contenuto, sebbene periodicamente si debba affrontare una spesa per la sostituzione delle batterie dei sensori. Come unico svantaggio mostra la caratteristica di manifestare un segnale debole in presenza di muri troppo spessi e spazi eccessivamente ampi, con la conseguenza di adattarsi meglio alle piccole abitazioni.

    Antifurto filare: dotato di cavi nasce per case munite di tubazioni e altri vani a scomparsa per stivare il cablaggio. Riguardo al segnale non subisce alcun genere di attenuazione e pertanto risulta una scelta ottimale quando si desidera proteggere un’abitazione di grosse dimensioni. Abbiamo a che fare con una soluzione molto in voga perché sicura e più economica rispetto a quella wireless. Come uniche note negative richiede l’installazione da parte di un tecnico e a causa dei fili non consente di essere modificato o spostato tanto facilmente.

    Antifurto misto: combina il wireless al cablato; il primo da impiegare all’esterno mantiene alto il livello di sicurezza persino in assenza di corrente, il secondo da installare all’interno della dimora si dimostra difficile da manomettere anche a fronte di ladri furbi ed esperti.

    Antifurto con supporto GSM: la centralina consente di memorizzare alcuni numeri a cui inoltrare una chiamata oppure un messaggio nel caso avvenga una violazione di domicilio. Determinati sistemi offrono persino l’opportunità di essere direttamente connessi con le Forze dell’Ordine inviando loro un segnale non appena avviene l’intrusione, affinché queste ultime, attive 24h al giorno durante tutto l’anno, possano intervenire tempestivamente. Questa funzione è disponibile sia per gli impianti wireless, sia per i cablati. L’ulteriore vantaggio è che si dimostrano resistenti a condizioni meteo avverse restando sempre attivi.

    Come funziona un impianto d’allarme

    Ogni antifurto funziona grazie ad una centralina di allarme che analizza i dati inviati dai sensori e che eventualmente avverte e scoraggia i ladri. Autonoma e attiva anche in caso di assenza di corrente, nonché programmabile per mezzo di un tastierino o da remoto tramite apposite applicazioni da installare sugli Smartphone, rappresenta il fulcro dell’impianto e per tale motivo diviene la peggior nemica di qualunque intruso, essendo di conseguenza preferibile montarla in un punto nascosto così da non rischiare di venire manomessa.

    Per ciò che concerne i sensori di rilevamento possono agire sia grazie agli infrarossi, sia in merito alle microonde, potendo essere combinati in un’unica doppia tecnologia e mostrando una copertura che va dai 90° ai 360°. Capaci di distinguere persone da animali, risultano maggiormente sicuri ed efficaci se integrati con sistemi antijamming e antiaccecamento volti ad evitare un ipotetico annullamento del segnale tra sensori e centralina da parte del malintenzionato.

    I rilevatori possono essere integrati con una o più sirene installate internamente o esternamente, offrendo l’opportunità di emettere segnali visivi oltre che acustici. Come unica nota negativa alcuni modelli da posizionare fuori sono muniti di batterie e possono essere neutralizzati con della schiuma.

    Caratteristiche dei rilevatori perimetrali

    Proteggere il perimetro di un’abitazione costituisce la prima difesa contro i ladri, rappresentando un deterrente che spesso scoraggia il malintenzionato sin dall’inizio. Sul mercato ne esistono di svariate tipologie e qui di seguito ecco una lista delle principali categorie.

    Sensori magnetici: estremamente leggeri, vengono fissati a porte e finestre facendo scattare l’allarme non appena vengono aperte. Tale meccanismo funziona perché composto da due lamelle che una volta installate ai lati opposti dei serramenti creano tra loro un campo magnetico che una volta interrotto manda immediatamente un segnale alla centralina.

    Sensori perimetrali esterni: anch’essi sfruttano i campi magnetici, risultando ottimi per creare barriere antintrusione presso terrazzi, balconi e giardini in quanto arrivano a proteggere metrature molto più estese.

    Sensori di rottura: ideati per finestre e vetrate, nascono per captare la frequenza emessa da un vetro al momento della sua rottura, agendo per mezzo di un microfono che rileva il suono e invia la notifica al corpo centrale.

    Sensori d’urto: si occupano di captare un urto improvviso sia a livello delle tapparelle, sia delle pareti.

    Telecamere di videosorveglianza: capaci di monitorare e catturare immagini, alcune consentono il controllo anche da remoto, permettendo l’ascolto e la visione di quello che accade in tempo reale. Possono essere azionate o disattivate anche quando si è lontani da casa e offrono l’opportunità di conoscere in quale area è scattato l’allarme, così da riuscire istantaneamente a gestire la situazione.

    Sensori per tapparelle: possono essere di tre tipologie, ovvero a cordino, ad asta, nonché a scorrimento. Fissati all’avvolgibile all’interno del cassonetto, rilevano qualsiasi movimento effettuato verso l’alto o verso il basso, compresi eventuali strappi o tagli causati dall’ospite indesiderato al fine di entrare in casa.

    Tipi di sensori per interni

    Quando i deterrenti esterni non sono sufficienti a far arretrare il malintenzionato, ecco che se integrati con altri impianti interni all’abitazione si può ugualmente porre rimedio all’intrusione. Vediamo di cosa si tratta.

    Sensori volumetrici a infrarossi: captano le improvvise variazioni di temperatura nell’abitazione. Infatti quando un ladro tenta di entrare aprendo porta o una finestra dà luogo ad un’alterazione del clima interno.

    Sensori volumetrici a microonde: come suggerisce il termine stesso, generano microonde che occupano gli spazi vuoti riempiendoli. Non appena un intruso tenterà di passare, il mutamento energetico verrà percepito come segnale di pericolo.

    Sensori volumetrici con doppia tecnologia: combinano il sistema a infrarossi con quello a microonde, emettendo un segnale solamente allo scattare di entrambi, ovvero a fronte sia di una rilevazione di movimento, sia di una variazione della temperatura, così da eludere i falsi allarmi.

    Sensori volumetrici provvisti di telecamere: abbiamo a che fare con dispositivi uguali ai precedenti ma con l’aggiunta della possibilità di scattare foto e di registrare brevi video anche notturni grazie alla presenza di infrarossi. Da non confondere assolutamente con le telecamere di videosorveglianza, hanno una capacità decisamente ridotta rispetto alle prime in quanto si azionano solo al bisogno.

    Sensori a tenda: generano una tenda invisibile di fronte al varco che non deve essere oltrepassato e riconoscono la presenza di animali così da non generare falsi allarmi.

    Sensori provvisti di nebbiogeni: si attivano in caso di effrazione nel giro di un paio di minuti diffondendo fumo bianco anti-visibilità, non consentendo al malintenzionato di procedere nel suo intento. Come vantaggi non presentano formule irritanti, sono facilmente ricaricabili per mezzo di appositi ricambi e in ultimo possono essere integrati con un allarme sonoro così da generare maggiore panico al malintenzionato.