Compensi per le associazioni no profit: come compensare soci dipendenti e presidente

    Compensi per le associazioni no profit: come compensare soci dipendenti e presidente

    Una domanda che ci si pone spesso è se le associazioni no profit possano o meno prevedere dei compensi per i soci dipendenti o per il presidente.

    In questa guida andiamo a vedere insieme quali sono le possibilità, previste dalla legge, al fine di assumere e compensare un socio in qualità di dipendente e sé è possibile o meno prevedere un pagamento anche per il lavoro svolto dal presidente dell’associazione.

    Quando si possono compensare i soci dipendenti in un’associazione no profit?

    Associazione senza scopo di lucro e compensi sono compatibili? Per le associazioni non c’è una regola che vieta il corrispettivo di un compenso verso i soci, anche membri del consiglio direzionale, o la loro assunzione da parte dell’ente no profit.

    L’unico divieto espresso legalmente è per le associazioni di volontariato. Infatti, come si può intuire dal termine che le contraddistingue, queste sono associazioni che prevedono solo il lavoro di soci volontari e quindi non retribuito direttamente.

    Le associazioni senza scopo di lucro quando operano nel campo della promozione sociale possono avere qualche socio retribuito, a patto che l’attività prevalente venga svolta da persone che operano senza ricevere alcuna forma di retribuzione.

    In tutti gli altri casi non c’è una legislazione che impedisce all’associazione senza scopo di lucro di assumere come dipendenti e pagare i soci. Ad esempio, le associazioni di tipo dilettantistico possono compensare in modo espresso, previsto dalla legislazione fiscale, compensare i loro soci istruttori.

    In ogni caso, i compensi devono essere sempre corrisposti in base all’attività che viene svolta dal socio per l’associazione e bisogna che i compensi siano quelli rientranti nei valori di mercato previsti per una mansione specifica.

    Solo in questo modo si può assicurare che non sussista una distribuzione degli utili di tipo indiretto. In ogni caso è consigliabile che le retribuzioni siano segnalate da parte del Consiglio Direttivo dell’associazione con la redazione di uno specifico verbale.

    Come si retribuiscono i soci di un’associazione senza scopo di lucro?

    In che modo è possibile retribuire i soci di un’associazione culturale, no-profit, senza scopo di lucro? Tutte le associazioni culturali, e quelle che operano in campo sociale e come no-profit possono applicare diversi contratti di lavoro che cambiano in base all’attività che viene svolta da parte del socio dipendente.

    In genere, per i compensi delle associazioni senza scopo di lucro si consiglia di redigere il contratto di lavoro per il socio dell’associazione rivolgendosi a un commercialista o a un consulente del lavoro. In questo modo il contratto sarà siglato in modo corretto attraverso un inquadramento ottimale dal punto di vista: giuridico, fiscale e contributivo.

    Le possibilità di contratto proposte per le associazioni offrono la possibilità di siglare diverse tipologie di rapporti di lavoro: contratti subordinati, contratti a progetto parasubordinati, rapporti di lavoro non continuativo occasionale, non abituale che duri al massimo 30 giorni durante un anno solare.

    I corrispettivi possono essere erogati in proporzione a parametri specifici che si devono rispettare per non incorrere in delle problematiche di tipo fiscale o peggio d’uso improprio dei fondi accumulati dall’associazione.

    Nel dettaglio, i corrispettivi si possono erogare a seconda di tre parametri specifici quali: impegno del lavoratore, numero delle ore lavorate effettivamente, difficoltà e responsabilità dell’impiego.

    La legge stabilisce, infine, anche un tetto massimo per gli importi che possono essere erogati ai dipendenti altrimenti si potrebbe andare a presumere una distribuzione degli utili in modo indiretto. Per questo motivo gli stipendi non possono superare il 20% del totale di quelli previsti per le stesse mansioni e qualifiche.

    Si può pagare il Presidente di un’associazione?

    Il Presidente di un’associazione può essere pagato? Una delle domande che ci si pone spesso è se oltre i soci dipendenti anche il Presidente di un’associazione possa ottenere un compenso. Quindi: il presidente di un’associazione può essere dipendente o no?

    Su questo tema c’è un po’ di confusione. Infatti, come definisce la legge è possibile essere sia il Presidente di un’associazione sia svolgere attività come dipendente all’interno della stessa no profit. Questo però vale per tutte quelle associazioni di tipo: culturale, ricreativo, sportivo o per la promozione sociale.

    Come visto sopra, vale anche per il Presidente, l’impossibilità di ricevere un compenso in caso di attività associative che sono dedite al volontariato.

    In ogni caso, che si debba compensare un socio come dipendente, oppure il Presidente dell’associazione per il lavoro svolto presso l’ente, il consiglio è di verificare sempre che i compensi siano ben definiti per non correre il rischio di un illecito qual è la distribuzione degli utili tra i soci con versamenti dei corrispettivi non proporzionati all’attività svolta.

    Per questo motivo, si consiglia di rivolgersi sempre a un commercialista o consulente del lavoro e di segnalare all’interno di un verbale da parte dell’associazione la corrispondenza di una specifica somma a fronte dell’attività di lavoro svolta. In questo modo sarà molto più trasparente la gestione dei compensi per soci dipendenti e anche per il presidente.